Ius Soli Europa: quanti stati dell’Unione Europea lo hanno adottato e come funziona
Nel nostro ordinamento giuridico esistono diversi modi di acquisto della cittadinanza, tra di essi, negli ultimi anni ha assunto una notevole rilevanza il c.d. ius soli.
Tale termine latino può essere tradotto in italiano come “diritto del suolo” ed è utilizzato nel gergo giuridico per descrivere l’acquisto della cittadinanza italiana per essere nati sul territorio della Repubblica, a prescindere dalla cittadinanza dei propri genitori.
Come è facilmente intuibile, questo metodo di acquisto della cittadinanza ha fatto discutere e fa discutere tutt’oggi.
In molti, infatti, sostengono che tale meccanismo di acquisto della cittadinanza non sia controllabile e che, di fatto, finirebbe per “regalare” a tutti lo status di cittadino italiano.
- Indice articolo
- Qual è la differenza tra ius soli e ius sanguinis
- Acquisto della cittadinanza in Italia
- Quali sono i paesi che aderiscono allo ius soli
- La situazione dello ius soli in Europa
- Link esterni di approfondimento
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Qual è la differenza tra ius soli e ius sanguinis
Tralasciando l’aspetto politico del fenomeno, il quale è sicuramente polarizzante, è fondamentale sottolineare che il termine ius soli viene generalmente utilizzato in contrapposizione con lo ius sanguinis, ovvero il “diritto del sangue” ossia l’acquisto della cittadinanza del genitore.
Si tratta, ovviamente, di un metodo di acquisto della cittadinanza molto più restrittivo rispetto al primo, questo perché la cittadinanza viene trasmessa solo per diritto di sangue.
Questo significa, in parole povere, che a differenza dello ius soli, se un bambino dovesse nascere in Italia da genitori non italiani non acquisterà automaticamente lo status di cittadino italiano solo perché nato nei confini della Repubblica.
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Acquisto della cittadinanza in Italia
Ad oggi il metodo “principe” di acquisto della cittadinanza italiana è lo ius sanguinis.
Tuttavia, quest’ultimo non è l’unico metodo di acquisto della cittadinanza, infatti, la legge 91 del 1992 prevede che un soggetto nato in Italia da genitori stranieri può richiedere ed ottenere la cittadinanza entro dodici mesi dal raggiungimento della maggiore età, a patto che abbia soggiornato regolarmente sul territorio della Repubblica.
In alternativa, è necessario che almeno uno dei genitori sia cittadino italiano.
Ma questo significa che non esiste in Italia il c.d. ius soli?
Ebbene, il Ddl 2092 ha introdotto lo ius soli temperato.
Quest’ultimo prevede, in parole povere, l’acquisto della cittadinanza italiana da parte dei bambini stranieri nati in Italia che abbiano almeno un genitore con regolare permesso di soggiorno permanente o il permesso di soggiorno europeo di lungo periodo.
Ancora, lo ius soli temperato si applica anche in altri casi particolari, ovvero nel caso in cui un bambino (o una bambina) nasca in Italia da genitori apolidi, da genitori ignoti, o da soggetti stranieri che, secondo le leggi dello Stato di appartenenza, non possono trasmettergli la cittadinanza per sangue.
Questo significa che è possibile, in questi casi, ottenere la cittadinanza prima del compimento del diciottesimo anno d’età.
Diverso dallo ius soli è il c.d ius culturae, metodo di acquisto della cittadinanza descritto dal Ddl 2092 il quale prevede il riconoscimento dello status di cittadino italiano in favore dei minori stranieri nati in Italia o arrivati entro i 12 anni, a patto che abbiano frequentato le scuole italiane per almeno cinque anni e che abbiano superato almeno un ciclo di scuole elementari o medie.
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Quali sono i paesi che aderiscono allo ius soli
Lo ius soli è applicato in tantissimi Paesi, più precisamente, nel 2018 l’Osservatorio Internazionale sulla Cittadinanza, ha pubblicato uno studio ad hoc il quale analizza la diffusione dello ius soli nel mondo.
Il risultato dello studio è piuttosto chiaro, le differenze sociali e culturali hanno inciso notevolmente su questo meccanismo di acquisto della cittadinanza.
In breve, nel continente europeo non esiste uno ius soli illimitato.
Questo significa, in parole povere, che in nessun Paese dell’Europa è possibile acquistare lo status di cittadino in virtù della sola nascita sul territorio.
Circa il 31% degli Stati conosce forme temperate di ius soli.
La situazione non è molto diversa da ciò che accade in Asia o in Africa.
In quest’ultimo continente, infatti, solo il 4% degli Stati prevede lo ius soli assoluto (ovvero senza limiti) e solo il 31 % lo ius soli temperato.
Viceversa, nel continente asiatico, solo il 2% degli Stati conosce lo ius soli assoluto, mentre il 29% applica lo ius soli temperato e la restante parte non conosce affatto lo ius soli.
Lo scenario cambia radicalmente quando ci si sposta nel continente Americano.
Negli Stati Uniti D’America, infatti, lo ius soli assoluto è una solida realtà visto che oltre l’83% degli Stati lo applica, mentre solo il 14% adotta una versione temperata e, infine, solo il 3% degli Stati non lo prevedono affatto.

La situazione dello ius soli in Europa
Come sopra anticipato, alcuni Paesi d’Europa (come anche l’Italia) già oggi applicano una forma temperata dello ius soli. Si pensi, ad esempio, alla Germania, Francia, Gran Bretagna, Belgio, Portogallo, Olanda etc.
Germania
In Germania, così come accade in altri Paesi, lo ius soli convive con altre modalità di acquisto della cittadinanza, come lo ius sanguinis ad esempio. Questo significa che, attualmente, anche un bambino (o una bambina) nato sul territorio tedesco da almeno un genitore tedesco, può acquistare la cittadinanza, purché almeno uno dei due genitori risieda legalmente in Germania per almeno 8 anni ed abbia un permesso di soggiorno a tempo indeterminato.
Francia
Anche qui esiste lo ius soli temperato, pertanto, coloro che nascono in Francia, al raggiungimento della maggiore età, possono diventare cittadini francesi a patto che: i genitori (al momento della nascita) avessero il regolare permesso di soggiorno, oppure, abbia risieduto in Francia per almeno 5 anni al momento del compimento della maggiore età.
Gran Bretagna
Qui viene adottato una versione di ius soli temperato leggermente più elastico rispetto a quelli sopra menzionati. L’unica condizione necessaria, infatti, è, oltre a nascere sul territorio del Regno Unito, che almeno uno dei genitori abbia il regolare permesso di soggiorno a tempo indeterminato.
Portogallo
Una versione di ius soli temperato piuttosto particolare è presente in Portogallo. In tale ordinamento, infatti, il riconoscimento della cittadinanza dalla nascita (da almeno entrambi i genitori stranieri) è subordinato al verificarsi di due condizioni: rilascio da parte di uno dei genitori di una semplicissima dichiarazione con cui si dichiara di voler diventare cittadini portoghesi, che almeno uno dei genitori risieda regolarmente nel territorio per almeno 24 mesi.
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Gerardo Attanasio
Mi chiamo Gerardo Attanasio e sono laureato in Giurisprudenza con il massimo dei voti presso l’Università degli Studi di Salerno. Sto conseguendo un Master in Diritto antitrust, mercato e big data.