Legge immigrazione Salvini: tutte le novità da conoscere sul tema immigrazione

In Italia, così come in altri paesi, esiste una normativa dedicata al tema dell’immigrazione, ovvero il Testo Unico sull’immigrazione, frutto di diversi provvedimenti legislativi che, con il passare degli anni, hanno modificato questo particolare settore. La normativa in questione svolge un ruolo di cruciale importanza visto che, seppur in modo non esaustivo, regolamenta il fenomeno dei flussi di persone straniere presenti nel nostro Paese, storicamente considerato come un luogo di sicurezza per tantissimi stranieri che fuggono da situazioni disagiate e critiche.
Da un punto di vista storico, la prima legge in materia è stata la Legge 943 del 1986 la quale, peraltro, affrontava il tema della immigrazione solo con riferimento al lavoro. Tuttavia, si trattava di una legge “settoriale”, occorrerà poi attendere altri quattro anni per l’entrata in vigore di una vera e propria legge organica sul tema, ovvero, la Legge Martelli la quale, per la prima volta, ha introdotto nel nostro tessuto ordinamentale interventi di matrice sociale nei confronti dei soggetti immigrati ed ha basato il sistema di entrata dei migrati nel nostro Paese sulla programmazione dei flussi di ingresso mediante un sistema di “quote massime”.
- Indice articolo
- L’introduzione della Legge Turco-Napolitano
- Il Testo Unico sull’Immigrazione
- Il Decreto Salvini
- Il Decreto immigrazione e sicurezza
- Le novità in materia penale
- Le novità introdotte dal Decreto Flussi 2022
- Link esterni di approfondimento
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L’introduzione della Legge Turco-Napolitano
Per quasi tutti gli anni Novanta, la normativa di riferimento in tema di immigrazione era la Legge Martinelli, tuttavia, nel 1998 venne approvata la Legge n. 40 del 98 c.d. Turco Napolitano. Si tratta di una legge cruciale poiché, per la prima volta nel nostro ordinamento venne approvata una legge in materia di immigrazione non in una situazione di emergenza.
In poche parole, seppur lontana dall’essere una normativa compiuta, la legge in questione si mostrò sicuramente come la più organica legge sull’immigrazione approvata fino ad allora. Uno dei punti più importanti della legge citata è stata la previsione di una delega per l’attuazione del cosiddetto T.U sull’immigrazione il quale è ancora in vigore (Decreto Legislativo 25 Luglio n. 286 del 1998).
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Il Testo Unico sull’Immigrazione
Il testo normativo sopra citato rappresenta ancora oggi la fonte primaria di riferimento in tema di immigrazione. Anzi, non è esagerato affermare che il TU sull’immigrazione, integrato dalla normativa sovranazionale e regionale, rappresenta una vera e propria pietra angolare che indirizza l’intera materia dell’immigrazione. Esso, infatti, ha introdotto e migliorato il sistema delle quote di ingresso, ha mitigato il sistema c.d. dello sponsor (il quale permetteva ai lavoratori di fare ingresso in Italia mediante una chiamata diretta del datore di lavoro) e molto altro ancora.
Con il passare degli anni, il TU è stato integrato da successivi provvedimenti i quali concorrono nel regolamentare il complesso fenomeno della immigrazione in Italia.
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Il Decreto Salvini
Il Decreto Salvini, pubblicato in GU (Gazzetta Ufficiale) il 3 dicembre del 2018, coordinato con la legge di conversione n. 1 dicembre 2018 n. 132, ha introdotto interessanti novità in tema di immigrazione nel nostro ordinamento giuridico.
Il decreto si compone di tre titoli che riguardano:
- a riforma del diritto d’asilo e della cittadinanza
- la sicurezza pubblica, prevenzione e contrasto della criminalità organizzata
- l’amministrazione e gestione dei beni sequestrati e confiscati alla mafia
In un primo momento si parlava dell’esistenza di due decreti (uno sull’immigrazione e l’altro sulla sicurezza e sui beni confiscati alle mafie). Alla fine però vennero accorpati in un unico provvedimento che fu poi approvato dal presidente Mattarella.
Il provvedimento citato incide, immediatamente, sulla sproporzione tra il numero di riconoscimenti delle forme di protezione internazionale ed il numero di permessi di soggiorno rilasciati per motivi umanitari. Lo scopo è stato quello di eliminare la discrezionalità nella concessione della tutela umanitaria ed introducendo, a contrario, un sistema di tipizzazione dei casi di tutela.
Il Decreto Salvini, tra le diverse novità che ha introdotto, ha previso un ampliamento dei numeri di reati che determinano la revoca o il diniego della protezione internazionale, nonché, particolari misure volte ad assicurare l’effettività dei provvedimenti di rimpatrio per i cittadini stranieri.
Infine, sono state introdotte particolari novità in materia di misure di sicurezza: il Decreto in esame, infatti, prevede l’uso di dispositivi elettronici per alcune fattispecie di reato, ad esempio in caso di maltrattamenti o stalking. Introduce, altresì, prescrizioni in materia di contratti di noleggio di autoveicoli volti a prevenire fenomeni di terrorismo, l’estensione dell’ambito di applicazione del cosiddetto DASPO urbano anche a coloro i quali sono solamente indiziati di reati di terrorismo.
In parole povere, con il Decreto in esame, il legislatore ha determinato una sorta di irrigidimento all’entrata nel territorio della Repubblica di soggetti stranieri.
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Il Decreto immigrazione e sicurezza
Il Decreto Legge, pubblicato in GU in data 21 ottobre 2020, ha nuovamente modificato il settore dell’immigrazione. A seguito dell’entrata in vigore del Decreto Salvini, come sopra anticipato, è stato abrogato il permesso di soggiorno per motivi umanitari, il Governo ha deciso di introdurre interessanti novità sul tema, destinate ad aprire nuovi ed interessanti scenari nonché ad aumentare il numero degli immigrati che possono aspirare a stabilizzarsi sul territorio italiano.
Tra le novità più importanti non è possibile non citare il nuovo permesso di protezione speciale a salvaguardia della vita privata e familiare dello straniero, oppure, il permesso per calamità naturali il quale ha aiutato la regolarizzazione dei migranti c.d climatici. È stato altresì ridotto a 36 mesi il termine massimo di durata del procedimento per la concessione della cittadinanza italiana allo straniero. Prima del Decreto in esame, infatti, il termina era di ben 730 giorni ed era stato ridotto a ben 48 mesi per poi essere definitivamente ridotto (oggi) a 36.
Infine, occorre precisare che con il Decreto in questione è stato ampliato (in modo notevole) il numero dei permessi di soggiorno per i quali è possibile chiedere la conversione in permesso per lavoro subordinato. In parole povere, oltre a coloro che possiedono un permesso per motivi di studio, oggi anche tutti coloro che possiedono un permesso per protezione speciale, per calamità, per residenza elettiva, per sport, attività artistica, motivi religiosi, attesa cittadinanza, assistenza minori ecc possono richiedere la conversione, alla scadenza, in permessi di lavoro subordinato.
Ovviamente queste sono solo alcune delle novità che, negli anni, hanno interessato il settore del diritto dell’immigrazione, per avere maggiori informazioni sul tema è consigliabile chiedere una consulenza specifica ad avvocati per stranieri, ovvero, professionisti specializzati in questo particolare settore.
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Le novità in materia penale
Il Decreto Legge sopra richiamato, ha introdotto interessanti novità anche da un punto di vista penalistico. In parole povere, per favorire la repressione dei reati posti in essere nei centri di permanenza per i rimpatri (luoghi dove, purtroppo, moltissimi stranieri si ritrovano a frequentare anche per lunghi periodi) è stata ampliata la flagranza di reato che permette l’arresto, estendendola fino a due giorni (48 ore), ed anche nel caso in cui il soggetto esecutore del reato sia stato individuato mediante documentazione video o fotografica.
L’esecutivo ha deciso, altresì, di ridurre la portata applicativa della causa di non punibilità per la speciale tenuità del fatto (ai sensi di cui all’art. 131 bis c.p.) in modo da perseguire i reati commessi ai danni degli agenti ed ufficiali di pubblica sicurezza nonché di polizia giudiziaria nell’espletamento delle loro funzioni.
Anche in questo caso, si tratta solamente di alcune delle novità introdotte, per una disamina analitica del tema è consigliabile rivolgersi ad un esperto del settore a cui chiedere una consulenza tecnica sul tema.
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Le novità introdotte dal Decreto Flussi 2022
Il 17 Gennaio 2022 è stato pubblicato in GU il Decreto flussi 2022, ovvero, il documento firmato Mario Draghi, il quale si occupa della programmazione transitoria dei flussi di ingresso in Italia di persone straniere. Più precisamente, il numero massimo di stranieri non comunitari che potrà fare ingresso nel nostro Paese (per lavoro subordinato e lavoro autonomo) è di 69.700.
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RISORSA DI APPROFONDIMENTO
Tuttavia, occorre precisare che ad oggi, per i lavoratori permane l’obbligo, imposto dalla Legge Bossi-Fini di trovarsi al momento della chiamata del datore di lavoro sul territorio della Repubblica. Questo significa, in termini pratici, chi lavora già in Italia per poter essere successivamente assunto a tempo determinato è tenuto a ritornare in patria.
In ogni caso, non è detto che di qui a breve non ci saranno novità inerenti il tema dell’ingresso di persone straniere in Italia. Lo stesso Mario Draghi ha di recente affermato che ci sarà un nuovo decreto flussi nel 2023. Inoltre, con la modifica dei cosiddetti decreti sicurezza, è stata inserita la possibilità per il governo di aggiornare, anche nel corso dello stesso anno, il numero degli ingressi per i lavoratori stagionali attraverso li varo di un decreto ad hoc.
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Gerardo Attanasio
Mi chiamo Gerardo Attanasio e sono laureato in Giurisprudenza con il massimo dei voti presso l’Università degli Studi di Salerno. Sto conseguendo un Master in Diritto antitrust, mercato e big data.